Finalmente da Innocenti Evasioni!
Da tempo desideravamo provare questo ristorante e finalmente sabato ci siamo riusciti! Siamo stati emozionati per tutto il giorno, continuando a domandarci quale menù scegliere; sì, perché nel piccolo gioiello di Tommaso Arrigoni, lo chef che gestisce questo luogo incantato da ben 23 anni, si può veramente spaziare tra diversi tipi di proposte, proprio per venire incontro a tutti i gusti e non solo…
Nella piccola via privata della Bindellina, ci troviamo davanti ad una prima porta a vetri, sotto all’insegna INNOCENTI EVASIONI GIARDINO RISTORANTE, entriamo e ci troviamo di fronte ad un’altra porta con a fianco un campanello che suoniamo, come se dovessimo entrare nell’appartamento di qualcuno e immediatamente, veniamo accolti e accompagnati, nella meravigliosa sala in cui ceneremo.
L’atmosfera è subito intima, magica, la luce soffusa delle candele, la sala ancora poco affollata, ci permette veramente di gustare tutti i particolari. Ci viene consegnato il menù, chiesto se desideriamo iniziare con una bollicina e noi accettiamo felici, scegliendo una Cuvée 22 Castello Bonomi Franciacorta, chardonnay in purezza, che ci inebria subito di quella sua freschezza ed allegria regalata dalla frutta, come pesca, ananas, albicocca, ma anche mela e fiori bianchi.
Mentre iniziamo a rilassarci, proprio lui, lo Chef, si avvicina al nostro tavolo, ci dà il benvenuto (wow, che emozione!), prende l’ordinazione: optiamo per il MENU DEGUSTAZIONE, con l’abbinamento dei vini proposto dalla loro Sommelier, Lucia Gatti.
Nell’attesa che inizi il nostro viaggio tra le creazioni del menu prescelto, ci viene offerto un piccolo crostino di pane di segale con acciughina e burro montato, che appena assaggiato, si propaga nella bocca con un equilibrio di sapori incredibili! Se questo è l’inizio…
La Sommelier ci serve il primo vino, che è proprio la stessa nostra bollicina di benvenuto, abbinato al piatto che sta per arrivare, Tonno rosso del Mediterraneo, asparagi bianchi marinati alla vaniglia e burro di nocciola; già alla vista percepiamo armonia e bellezza, che poi riscontriamo quando lo assaggiamo: ogni piccolo frammento di cibo si rivela da solo nella sua genuinità, e nell’insieme in una giostra di sensazioni pazzesche. In particolare sono colpita dal sapore delle nocciole, che mi fanno tornare alle estati dell’infanzia in montagna, quando andavo a raccoglierle con il nonno e le assaggiavo immediatamente.
Il primo piatto, Ravioli del plin ripieni di polpo, crema di carciofo tardivo, mozzarella di bufala, succo di mirtillo, ci conquista innanzitutto per la fusione perfetta delle due creme in bocca, insieme a questa pasta ripiena in cui senti il sapore del polpo distintamente e il tutto ti fa provare veramente un’esperienza unica. L’abbinamento questa volta è con un vino rosato Pinot Grigio Rosè ’20 Bosco del Merlo, dal colore tenue e delicato, in cui si percepiscono fragoline di bosco e pera, mentre in bocca ti lascia proprio una bella sapidità.
E passiamo al piatto che ci ha lasciato completamente a bocca aperta per la sublime presentazione: Cosciotto di agnello, radice di prezzemolo, pomodoro camone, bergamotto.
Un girotondo di colori e sapori che danzano nel palato evidenziando la delicatezza della carne e la salsa decisa, combinato con le patate viola e i pomodorini gialli: sembra quasi di essere in un quadro. Il perfetto abbinamento è il 6D3 Monferrato Rosso DOC ’18 Arrilonga, vino prodotto dalla cantina dello Chef nel Monferrato, che come lui ci racconta successivamente, è nato quasi per gioco… un vino rosso rubino con sentori fruttati ed erbacei che in bocca lascia una buona persistenza e ti fa venire voglia di chiederne un altro, cosa che abbiamo fatto, ovviamente!
Ora ci viene servito un profumatissimo Sauternes ‘19 Chateau La Garenne, che ci inebria l’olfatto e ci prepara ai due piatti stupendi che seguiranno: Foie gras d’anatra in terrina, composta di frutta, pan brioches e Selezione di formaggi verdure candite, chutney e mostarda di frutta.
Per chiudere questo viaggio nel regno di Arrigoni, segue il dolce, Crostata al frangipane, rabarbaro al pepe di Giamaica, gelato di bufala e cocco, che ci abbinano a sorpresa ad un vino aromatizzato liquoroso, l’Agricanto, sempre di Casa Paladin, “a base di vino raboso, che già di per sé ha un pronunciato aroma di ciliegia, a cui vengono aggiunti grappa, alcol, un poco di zucchero, succo di ciliegie selezionate e un mix di erbe e spezie”, come successivamente approfondiamo dal sito di questa azienda che ci ha molto incuriositi.
Infine chiudono le danze con la piccola pasticceria, con cui terminiamo anche il nostro Agricanto, estasiati da tutti questi meravigliosi sapori.
Prima di andare via, in punta di piedi , per non disturbare la pace che regna tra i pochissimi tavoli all’esterno, diamo una sbirciatina all’incantevole giardino zen, un luogo davvero intimo e verde, in cui trascorrere un’altrettanto piacevole serata, fuori dal mondo, come abbiamo fatto noi.
Il viaggio tra questi sapori è terminato, ci rechiamo in cassa con lo Chef Tommaso che per tutto il tempo della cena ha tenuto un occhio sulle sale, uno sulla cucina e il cuore sempre sugli ospiti, per vedere che tutti stessero bene e fossero soddisfatti; è subito disponibile a fare uno scatto con noi e a scambiare quattro parole; gli chiediamo del suo vino e lui con molta modestia e sincero interesse, ci racconta delle sue idee per i prossimi vini e noi non possiamo che ringraziarlo per il viaggio in cui ci ha accompagnato stasera e augurargli un grande in bocca al lupo per tutto quello che verrà!
Un menzione specialissima, unita ad un immenso ringraziamento è per Lucia Gatti, l’esperta Sommelier che ci ha raccontato i vini e risposto a tutte le nostre mille domande. Infine, non possiamo non essere grati a tutto il personale di sala, ragazzi attenti, gentilissimi, e preparatissimi che hanno collaborato a rendere perfetta la nostra serata.