Profumi, gusti e simpatia: da ‘A malafemmena i piatti e ‘a canzone sono assicurati.
Se il piacevole aspetto di una donna bionda non ci ricorda la donna tipicamente napoletana, beh, la sua voce e i sapori da lei creati in cucina, ricordano la città nel migliore dei modi. Si, ‘A Malafemmena: è proprio lei. Se canta (e vi assicuriamo che canta!) vuol dire che sta per deliziarci con i suoi migliori manicaretti che ricordano nel migliore dei modi la tradizione culinaria napoletana.
Un locale di tutto rispetto, non troppo grande ma neanche piccolo, arredato ricordando un’osteria non troppo vecchia ma neanche dal design contemporaneo. A prima vista la “cantina” ti fa ben sperare sull’accompagnamento ai cibi presentati in un artigianale ma delizioso menu dalle portate essenziali e accattivanti. Spicca fra tutti l’antipasto della Malafemmena. Un “percorso” tutto da “salire”. Si, da salire perché la trippa, il fegato, la parmigiana (tra gli altri) potrebbero mettere a dura prova i temerari del buon cibo! In realtà trattasi di (abbondanti) assaggi che riescono a portati in un’atmosfera da pranzo domenicale: i sapori di un tempo, i sapori della nonna, con quel pizzico di “gourmet” che non guasta e che ti permette di andare avanti in una fredda e umida serata d’inverno in cui solo il buon mangiare ti può “riscaldare”. Assieme alla frittura all’italiana, alla frittata di spaghetti, alla frittata di zucchine, alle patate e baccalà, alla zuppa di porri e patate, alla minestra maritata, a rape e patate e a chi più ne ha più ne metta, la serata è “riscaldata” certamente.
Ma non possiamo farci mancare, da buoni ghiottoni, un assaggio di lardiata o di genovese, la quale ci viene presentata come piatto forte della bionda malafemmena. Beh, aveva proprio ragione la nostra addetta di sala. Una genovese dal gusto “tipicamente tradizionale” ma allo stesso tempo “senza pesantezza alcuna”. Ma ancor di più ci stupisce, perché nuovo al nostro palato, lo spaghetto con alici e noci che ci lascia a “stomaco pieno” e non ci lascia proseguire con una buona scelta di carni (ma non mancheremo di provare). Ci siamo lasciati un ultimo spazietto per i dolci che ci hanno anche loro colpiti ma non quanto tutto quello che è stata una cena dalle ipotesi di “scassamento totale” ad una realtà più che gustosa e piacevolmente saziante (ovvero anche il conto ci ha piacevolmente colpiti).
Il ricordo della malafemmena è in realtà un invito a riandarci non solo per assaporare la tipica cucina nostrana meridionale (nello specifico napoletana) ma anche per salutare il “chiacchierone” Enea, il pappagallo che canta, parla, ride e scherza con tutti i clienti e riascoltare la dolce e soave voce della bionda malafemmena, quale richiamo al gusto e alla tradizione.
‘A Malafemmena
Piazza Umerto I – Monteforte Irpino (AV)
tel. 393 054 2117